05/05/2015
Dago Red Tour con Marco D'Amore al Teatro Sanzio giovedì 14 maggio ore 21,00
URBINO - Raiz, voce, e Fausto Mesolella, chitarra, sono i componenti del progetto Dago Red. L'obiettivo: abbattere i confini tra generi, rileggere i classici della canzone napoletana, aprendoli alla contaminazione con l'estero, tra The Who, Gogol Bordello e Leonard Cohen. Ad accompagnarli in questo viaggio Marco D'Amore, reduce dai successi internazionali di Gomorra - La Serie e del film Perez: a lui il compito di amalgamare le note di Raiz e Mesolella alla grande tradizione teatrale napoletana. La narrativa e il canto. Il passato e il presente, sul medesimo palco. Oltre i limiti dello spazio geografico, o geopolitico, e fisico. Oltre l'insulto di chi una volta era marinaio e s'imbarcava per i continenti portando nella sacca un destino da ricreare e tanta fame. È l'istinto che sta dietro le quinte e nelle vene di Dago Red: prima un album, uscito pochi mesi fa, oggi un concerto, che vede insieme il cantautore Raiz e il chitarrista e produttore Fausto Mesolella. Complici di uno studio che muove dalle origini dell'arte del Sud e arriva lontano. Non snaturandosi bensì moltiplicando verbi, azioni, emozioni, immagini. Disco che trova la sua origine nell'omonima collezione di racconti scritti dall'italo-americano John Fante e pubblicati negli anni Trenta del Novecento. Nelle parole degli stessi artisti, Dago Red si potrebbe tradurre approssimativamente come "Rosso terrone". Intendendo il rosso come vino. Ed il "vino terrone" è vino rosso paesano, quello che forse non è amato dai palati raffinati dei sommelier ma che è forte, sincero e inebriante. Il disco – e il live – è composto dalla rielaborazione di memorabilia del canzoniere napoletano che si mescolano a ciò che napoletano non è d'anagrafe ma che, altrettanto, appartiene allo spirito di questo affascinante duo di cittadini del mondo. Le pulsioni rock, soul, blues, reggae del combo fanno pace - ci provano, perlomeno - con quelle di canzoni che illustrano una terra per esperienze itineranti, multicolor, wop. Ossia, senza passaporto. È così che naturalmente, Lacreme napulitane [firmata da Bovio-Buongiovanni] si specchia nella Immigrant Punk dei Gogol Bordello di Eugene Hutz. Che 'a muntagna vesuviana, il Vesuvio di Tu ca nun chiagne [Libero Bovio-Ernesto De Curtis], diventa the mountain che scalano The Who in See Me, Feel Me. Nello scenario della Carmela immaginata da Sergio Bruni e Salvatore Palomba a un tratto si accomoda persino Leonard Cohen [I'm Your Man] mentre la guerra descritta dalle strofe laceranti di 'O surdato 'nnammurato viene esorcizzata da Give Me Love di George Harrison. Tutto scorre senza confini musicali, culturali e ideologici: persino Maruzzella di Renato Carosone fa un bagno nel Mediterraneo orientale e si reinventa in ebraico. Nel viaggio a ritroso, si attraversano con sorprendente simbiosi la Campagna narrata da James Senese e Franco Del Prete e il Rastaman Chant di Bob Marley, fino a giungere ad un Festival di Sanremo di metà anni '70, che ridona l'opportunità di reinterpretare magicamente l'Ipocrisia di Angela Luce, ribaltandone il sentimento al maschile.
Teatro Sanzio Tel. 0722 2281
Ufficio Cultura del Comune di UrbinoTel. 0722 309222 / 309602 lunedì – sabato orario 8 – 14
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Fonte: AMAT Marche