05/11/2014
“… forse è solo perché non dovevo morire" presentazione venerdì 7 novembre del libro di Francesco Nicolini
URBINO - Venerdì 7 novembre 2014, alle ore 16.30, nella sede del Circolo ACLI – Centro Universitario di Urbino (Piazza Rinascimento n.7), sarà presentato il libro di Francesco Nicolini dal titolo “ … forse è solo perché non dovevo morire – Ricordi autografi della Grande Guerra del fante contadino Cermaria Elmo, il nonno Peppe”. L’iniziativa è stata organizzata da Sergio Pretelli, Gastone Mosci e Renata Palma. Oltre all’autore, all’iniziativa parteciperanno anche alcuni familiari del protagonista della storia. L’appuntamento, che ha il patrocinio del Comune di Urbino, si colloca nel contesto delle commemorazioni della Grande Guerra, di cui ricorrono i 100 anni.
Chi è il protagonista del libro di memorie? Per Francesco Nicolini, che ha curato la pubblicazione, è “Il nonno Peppe”, ovvero un “fante contadino” di Sant’ Angelo in Lizzola, che fu arruolato il 22 Novembre 1915 nel 36° Reggimento Fanteria di Modena e poi inviato al distaccamento di Sassuolo. Da lì a poco inizierà l’odissea e il calvario del giovane fante. Le vicende raccontate nel libro si sviluppano nell’arco di tre anni, passando per la “Strafexpedition”, con un nuovo Reggimento votato alla morte, il 230° Fanteria di Modena, il Fronte Isontino, le durissime esperienze legate alla disfatta di Caporetto, la prigionia in tre campi di concentramento e di lavori forzati in Austria, Transilvania e Croazia. Per riuscire a tornare a casa, da solo, vivo, il giovane Peppe percorrerà più di 5 mila chilometri. Oggi i familiari raccontano: «giunse a destinazione talmente provato nel fisico, che perfino la madre, Maria, non lo riconobbe».
Ciò che scaturisce dal libro sono delle memorie toccanti, che ci fanno vivere da vicino ciò che tanti soldati hanno vissuto in prima persona durante la Grande Guerra, e che in molti casi non hanno potuto trasmettere. Non hanno avuto parola. In questo caso la testimonianza biografica del “nonno Peppe” serve anche a dare voce a decine di giovani che hanno sacrificato la loro vita, cento anni fa.
Fonte: Comune di Urbino